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Tre figli ed un solo tormento!


di geppettino2003
27.08.2021    |    27.300    |    5 9.1
"Ho lasciato che mi immaginassero come la troia del mio intrigante passato e non come l’amorevole mamma del mio attuale presente..."
Si!
Ho accettato, con il crescere di una intima debolezza, le sporche provocazioni di uno dei miei figli. Non sapere chi, e voler individuare il maiale che dedica al mio corpo un insano piacere ha, lentamente, trasformato il primo momento di seria preoccupazione in domande, pensieri e, subire il crescere, di intriganti tormenti!

Nel voler cercare quel perché ho maturato l’intenzione di propormi con, ferma, l’intenzione di scoprire chi mi rende palese il suo sporco fare, per farlo ho rispolverato quella mia, segreta, indole di ammiccante esibizionista. Ho così reso palese quella femmina di zozzi pensieri, offrendo un sensuale corpo ancora capace di esaltare curve, forme, ben consapevole dei turbamenti che sa trasmettere il mio saper essere trasgressiva. Ho lasciato apprezzassero il mio lato nascosto di donna, abbandonando il mio irreprensibile fare di mamma, offrendo maliziosa il mio bel vedere aspettando l’evoluzione degli eventi. Mi sono concessa con un audace scamiciato e l’atteggiamento provocante della matura femmina, per cercare in un interessato sguardo le risposte alle mie domande. Ho indossato quel mio (nostro) indumento intriso del suo sporco seme e sul quale vi era diffusa l’essenza di femmina eccitata. Ho lasciato che mi immaginassero come la troia del mio intrigante passato e non come l’amorevole mamma del mio attuale presente. Ho preteso il loro osare, nella mia provocante disponibilità, per carpire le loro morbose fantasie sul corpo della loro trasgressiva milf!
Poi affrontare quel chi!
Determinata nell’intenzione di scoprire chi è l’artefice di quei perversi attacchi alla mia persona, doverne provocarne tre per individuare uno. Chiedermi chi è quel gran figlio di puttana (?) che ha la gran voglia di sbattermi furiosa pur sapendo che sono sua madre!
Ma non ho fatto i conti con il mio attuale momento. Il piacere di essere ammirata, adulata, accarezzata, abbracciata, baciata mi ha privato del razionale e, lasciando che scoprissero il lato nascosto di madre, mi sono ritrovata eccitata. Morbosamente eccitata.
Ed ora mi attanaglia il non sapere del mio dopo!

Sola, sulla comoda poltrona, pormi mille altre domande e, da quel mio fare, cercare le risposte.
Al piccolo, in piena frenesia ormonale, ho lasciato che materializzasse la sua smania di sesso offrendogli il mio disponibile fondoschiena. Al suo abbracciarmi ho tremato di una scordata, piacevole, emozione, percependo potente una virile mazza insinuarsi tra le chiappe del mio ospitale culetto. Lunghi secondi e aspettare le sue mani risalire dai fianchi, rubare la forma di un opulento seno, ardite dita stringere diventati gonfi capezzoli, io fremere al morboso attacco pronta ad abbandonarmi, complice, ad un eccitante fare ma restare sola!
Quel suo fare ha stimolato il mio, mai sopito, desiderio, ed è come se, ora, sentissi ancora tra sode natiche una meravigliosa mazza pulsare. Ora tento di oppormi alla forte voglia di avere un bel cazzo schiaffato nel culo.

E se, invece, fosse l’esperto medio. Ho seguito impacciati occhi risalire la mio accattivante figura, mi sono proposta grande troia esibizionista, senza nulla fare per sottrarre a quello sguardo la mia intimità coperta dal nostro intimo indumento. Nel suo fare forte la voglia di spogliarmi, desiderarmi nuda, adularmi accarezzandosi sfacciato un palo di tutto rispetto, ed offrirlo al mio guardare, sfidando la mia, cercata, reazione.
Nell’assalirmi forte il dubbio di voler condividere con l’esperta femmina gli intimi momenti vissuti con quelle grandi troie che si scopa, ho desiderato sfoderasse lo splendido uccello, offrirlo alla mia accogliente bocca, poterlo stringere tra carnose labbra e chiedermi di farlo esplodere di uno sporco piacere. La bocca, avida, raccogliere quell’ambrosia celeste, succhiarla con grande gusto e ingoiarla soddisfatta.
Io pronta, disponibile, e lui sparire.

O il grande che vorrebbe sopperire alla sua difficoltà nei rapporti interpersonali con l’unica donna capace di capirlo, confortarlo, aiutarlo. Ho lasciato a quelle sue mani risalire, a fil di pelle da sotto il corto scamiciato, le lunghe cosce, timide le dita soffermarsi su di un invitante culetto, spingersi sino all’assurdo, dallo spacco del trasgressivo perizoma, sfiorare l’umido ricco pelo pubico, stuzzicare il disponibile buchino e, al mio invito ad osare, rinunciare, sparire!
Uno sporco pensiero farmi tremare: nel cercare un bel turgido cazzo avrei, volentieri, ceduto all’intrigante gioco di un perverso dito.

Ma perché attaccarmi e poi abbandonarmi? Perché scappare? Perché rifiutarmi? Perché lasciarmi sola con la salita voglia? Perché nessuno dei tre ha avuto il coraggio di andare oltre la prima, sfacciata, mossa?
Ed io chiedermi quale sarebbe stata la mia reazione a quegli attacchi! Quale l’approccio?
Quale sarebbe stata la mia reazione davanti ad un bel cazzo nel suo sfacciato proporsi duro?

Riconoscere la mia debolezza e chiedermi chi è l’artefice di questa mia fantasia, chi è il responsabile dei miei patemi, a chi dover attribuire meriti o colpe!
Ho una sola certezza: avessero solo osato un po’ di più, avrebbero accertato quanto forte fosse cresciuta la incontrollabile voglia di minchia di una diversa mamma! Ma a chi dedicare le emozioni che una madre eccitata sa come riuscire a dare ad un figlio.

Un solo pensiero ora devastarmi: Chi dei tre si è masturbato? Do per scontato che il mio fare ha imposto dover scaricare l’eccitazione di un giovane marpione. Cerco di dare un volto ad un cazzo nell’immaginare lo sporco fare di uno miei amati tesori dedicato a quell’essere fica di un mio diverso essere madre.

Rannicchiata sulla comoda poltrona, ad occhi socchiusi prende di nuovo forma quel corpo senza volto, lo vedo nudo accanto a me con il mio perizoma umido di fica e intriso di quella calda sborra appena scaricata dalla potente, certa, sua sega. Lo porta su di un anonimo viso, annusa l’essenza di femmina di cui è pervaso, dalla bocca la lingua cerca il mio piacere raccogliendo il suo.

Succube di quel mio fare, che mi ha provocato un intimo turbamento che solo uno splendido duro cazzo può soddisfare, sale la mia eccitazione. Sconvolta dall’intenso calore che si diffonde tra le gambe, ho la fica che scoppia. Eccitata come la troia delle sue fantasie e del mio passato.

Libere le mani mi privano dello scamiciato, percorrono il nudo corpo, veloci sostano tra le gambe, entrambe sulla fica, le dita spaziano tra il taglio del mio perizoma, cercano tra i ricchi riccioli lo spacco di una umida fica, stringono il diventato duro grilletto. Abbandono la vergogna e mi possiedo, immaginare che una parte di me sta consumando quel mio stesso fare mi turba, eccitandomi coma non mai.
Quell’immaginazione galoppa, con la fantasia, vedo quel mio indumento avvolgersi attorno al materializzarsi di una dura asta, seguo una mano lenta percorrerla in una morbosa sega dedicata al corpo di madre, al mio bel culo, al mio procace seno, al calore della mia bocca.

Rapita dalla fantasia, non mi oppongo al forte desiderio di allungare una mano su quel forte giovane cazzo, è nudo, lo vedo vibrare, lo voglio mio, desidero accarezzarlo morbosa, stringerlo, avvolgere le dita intorno alla dura asta, cedere al meraviglioso palpitare. La mia mano muoversi lenta, portarlo su verso le labbra, trasmettergli il calore della mia bocca, il corpo tramare allo sferzare di frenetici palpiti,
la forza della mia lingua.
accompagnare il suo volermi scopare. Tiro sempre più veloce, aspettando i potenti schizzi di un intenso piacere esplodere, farlo godere sporcandomi tutta, fargli urlare il mio nome, ascoltare la sua voce, ed io godere di una interminabile, splendida, sborrata!

Dovrei ma non riesco a fermarmi, non mi sto sditalinando, mi scopo con una energia nuova, aspetto il suo caldo seme, voglio leccarmi le dita sporche della sua sborra che unisco all’intimo piacere che raccolgo dalla mia umida fica. Sento l’orgasmo salire in me e voglio godere gridando io il suo nome. Ma non so quale! Chi? Quello che mi scopa la bocca,
quello di cui sento ancora il dito devastarmi la fica, o quello
che mi incula con insana passione.
SSSSSSSSSIIIIIIIIIIIIiiiiiiiiiiiiiiiiiiii……… Libero un solo urlo, un grido che materializza il mio essere la porca troiona del suoi desideri.

Lunghi minuti perché un difficile dormiveglia mi riporti ad una sola, realtà, diventata ormai irrecuperabile. La mia eccitazione, violenta, perversa, morbosa, privarmi del giusto, del corretto ruolo di madre: Si voglio farmi chiavare da mio figlio. Ma da chi? Sono pronta a cedere al cercato piacere dell’incesto, la parte porca di me chiedersi: perché godere di un solo bel cazzo!
L’intero mio corpo trema, forte quella mia passata fantasia, mai vissuta, sconvolgermi.

Mi scuoto, apro gli occhi, è il caso tornare padrona di più sani principi, abbandonare folli pensieri, assurde fantasie, impossibili realtà.
Attimi per percepire una presenza accanto a me, intorpidita dal sonno, scossa dall’eccitazione, prendono forma i lineamenti di un viso, è come se quell’onirico corpo si appropriasse di un volto.
R.!
Paura mista a vergogna tentano di privarlo del mio essere nuda, oscena la mia posizione, coperta solo da quel minuscole perizoma sporco del suo seme e della mia essenza di femmina eccitata. Le mani nervose cercano una impossibile azione, inutile poterlo privare del mio essere. Davanti ad una difficile realtà, gli occhi cercano il mio scamiciato sulla poltrona, lo trovano penzolare davanti a me ma tra le mani di un’altro volto, un’altro corpo,
M!

Stordita mi ci vuole un po’ per realizzare che, entrambi nudi, ingrifati, offrono al mio inerme essere due sventole di cazzi immensi di pura eccitazione.
Strozzo la mia vergogna!

Da quanto tempo li difronte a me, lo stato di eccitazione di entrambi mi conferma che hanno assistito alla mia debolezza di donna, alla fantasia di femmina, a quel mio diverso ruolo di mamma, al mio saper essere una magnifica troia!

Lentamente torno padrona dei miei pensieri davanti ad una realtà diversa Non si sono masturbati soli, lo stanno facendo ora, accanto a me, con me, per me!

La voglia di scappare frenata dal crescere, immediato di un forte desiderio di imboccare golosamente quei giovani, duri, uccelli, farmi riempire la bocca di calda sborra, farmi sporcare il viso di morbosi schizzi, abbandonarmi, perversa, alla mia eccitata fantasia.
Tra le gambe un calore continua a bagnarmi, salire, infido bastardo, un piacere che cresce, che non intende fermarsi, al contrario mi sta sconvolgendo. Il corpo trema, scuoto la testa, le mani impazzire a contrazioni forti, continue, intense.
Stordita dal piacere tra le mie gambe, scopro che è il piccolo che lecca! Sul taglio del perizoma la sua vogliosa lingua saetta furiosa.
Coraggiose dita scostano gli orli dello striminzito perizoma e danno dice tormento alle umide labbra di una disponibile fica.
Definitivamente cedo!
Allargo spudorata le gambe, facilito le incestuose carezze. Sale, incontrollata, la fiamma di quel mio morboso desiderio: Mi manca un cazzo, ne ho desiderato per lungo tempo due, ora ne ho tre pronti a deliziarmi… e voglio
dominarli ed essere dominata!……
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